Tutta la vita in una corsa

di Alessio Rizzo

L’omaggio di un appassionato al mondo delle corse paragonato al trascorrere della vita.

“Forse una corsa di cavalli può essere accomunata ai secondi che precedono la morte.Si dice che ti passi davanti tutta la vita.Dove hai sbagliato i parziali e quando invece hai trovato qualcuno che sapeva come spronarti per potarti al palo.A metà gara i battiti aumentano;sono nel mezzo.Loro ed io.A capire cosa fare,ad aprire i polmoni e il compasso a velocità raggiunta.E’ il momento di riflettere.Da li in poi è tutto nelle nostre mani.Purosangue e fantino,noi e quella luce fioca aprirsi di là giù.Ormai c’è la curva e si intravede la dirittura.Soffia forte.Tempi di galoppo,cambi d’azione e quel muro davanti.Coraggio a trovare lo spazio in corda.Vai tutto all’esterno.Ordine nel caos.Le braccia fanno male,che tu sia istinto o consapevolezza.Anziano oppure giovane dalle grandi aspettative questo è il momento.Spingi,prova a mettere la testa davanti.Che poi sia vittoria,piazza o l’oblio non conta.Ci sarà un nuovo giorno o un giorno nuovo.Magari la tua corsa di addio,prima del passaggio oltre l’arcobaleno.Forse una corsa di cavalli può essere accomunata ai secondi che precedono la morte:no grazie.Preferisco pensare a quelli che precedono la nascita di una nuova vita.” (A.R)

Gay Lussac vs Tierceron. Cieffedi contro Dormello. Il grande Derby del ’71.

Nella foto di apertura il dormelliano Tierceron a sx e Gay Lussac a dx. Qui sotto le genealogie di Gay Lussac as e Tierceron a dx

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di Paolo Allegri

Un nuovo racconto dell’impareggiabile Paolo Allegri ci racconta di una sfida storica tra due grandi cavalli e tra due grandi scuderie. Purtroppo Gay Lussac e Tierceron in razza furono nulli

Nell’autunno del 1970 la stagione italiana del galoppo rivela tra i puledri un soggetto di eccezionale slancio e dallo scatto irresistibile, Gay Lussac, imbattuto in 4 corse disputate. Allevato da casa Barbieri, questo sauro che veste la giubba della Cieffedì viene portato da Dettori al successo nel Criterium Nazionale. Quindi la replica, in un contesto importante, come quello internazionale del Gran Criterium dove il due anni da Fabergé II batte un ottimo rappresentante americano, French Pilot. Il capofila giovanile con il passaggio d’età confermò talento e un’acquisita maturità tecnica, atletica e mentale. Nel Premio Emanuele Filiberto, il passaporto verso la grande primavera romana, ne confermò qualità rafforzando le ambizioni e la convinzione nel team. In aprile il dormelliano Tierceron aveva vinto in stile importante a San Siro il Trivulzio, meritandosi dunque il titolo di sfidante di Gay Lussac nel Derby. Sul miglio e mezzo delle Capannelle si sarebbe assistito ad una corsa di cui tra appassionati e addetti ai lavori si discuteva fin dall’inverno,

il Nastro Azzurro. La sfida tra il beniamino della folla (Tierceron) e il favorito dei tecnici (Gay Lussac) fu esaltante, tanto che quell’edizione del 1972 del Derby italiano del galoppo rimane una delle più belle. Tierceron, vestito del biancorosso con croce di Sant’Andrea di Dormello, era un atleta dal passo poderoso ma senza cambio di marcia; disputò una corsa coraggiosa tutta in avanti, mentre le mani di velluto di Sergio Fancera avevano optato per un’interpretazione all’attesa di Gay Lussac. Proprio nel tratto conclusivo passò definitivamente Gay Lussac, per la gioia di Fancera e dell’avvocato Carlo D’Alessio. Aveva prevalso lo spunto folgorante che quel sauro ben costruito aveva ereditato da Nasrullah, il faro della carta genealogica di questo derbywinner. Che tentò anche, nella visione mercuriana dell’Avvocato, le King George di Ascot vinte da Brigadier Gerard. Gay Lussac chiuse al quinto posto, correndo con onore. Il padre di Gay Lussac era Fabergè che fu secondo nelle Ghinee e in razza diede Rheingold, vincitore di Arc e secondo del Derby di Epsom 1972, sconfitto da una magia di Lester Piggott. Fabergè era figlio di Princely Gift, che fu secondo nelle July ed è il padre di Floribunda (famiglia di ottimi performer  italiani come Veio, Donato Bramante e, attraverso Furibondo, Ovac, miglior cavallo in Italia nel 1976 sulle distanze dai 1000 ai 1600 metri). La particolarità del pedigree di Gay Lussac è un tre per tre su Nasrullah attraverso Red God, il padre della madre.
IL FONDAMENTALE RAMO DI NASRULLAH – Quello di Nasrullah tra i continuatori di Nearco è un ramo fondamentale nella selezione dei grandi campioni del galoppo mondiale. Nasrullah, che vinse le Champion, è un figlio di Nearco con una sezione materna di alto profilo che ha come terminale la madre Mumtaz Begum, griffe Afa Khan. Si tratta di una Blenheim che aveva come madre quella Mumtaz Mahal che in quanto erede di The Tetrarch, uno dei migliori due anni di sempre, apporta alla linea brillantezza, costante di tutti i consanguinei e arrivata fino a Gay Lussac e quel formidabile spunto nel finale del Derby 1972.  La famiglia di Nasrullah è una delle più influenti della storia del turf. E’ il padre di Musidora (Ghinee e Oaks), Belle of All (Ghinee), Nearula (Ghinee, St, James e Champion), Zucchero (stayer laureato di Coronation Cup), e tantissimi altri tra i quali qui citiamo Tutankhanem (il padre della nostra Batavia laureata delle Oaks), Nathoo (Irish Derby), l’Aga Khan Noor (Santa Anita Handicap, Jockey Club Gold Cup) e padre di Yours, che vinse il De Gheest. Questa storia tra le corse e le genealogie dei galoppatori è solo una sintesi, in quanto l’avventura dello studio delle carte delle famiglie del purosangue è un viaggio infinito e pieno di fascino.

Una buona Pasqua a tutte le amiche e gli amici di Chavalier.net

Di Claudio Gobbi

Un augurio a voi tutti amici di Chavalier.net perché questo Mondo dell’ippica e del cavallo esca più forte dalla tremenda prova che stiamo affrontando.

Un appello va alle istituzioni, al Mipaaf e alla sua Ministra che volga uno sguardo verso le piste da corsa e di allenamento, ai maneggi oggi deserti perché questo mio e nostro Mondo torni ai fasti che merita.

Tadolina, una grande del Turf italiano e internazionale nel racconto di Paolo Allegri.

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Tadolina appartiene all’era dormelliana di Mario Incisa. Stiamo parlando del 1964. Quando i puledri della generazione 1962 entrarono in allenamento, Tadolina rimase in Italia da Vittorio Ugo Penco con altri 22 due anni, mentre sei furono inviati in Inghilterra al trainer Jack Clayton.

Nell’immagine di apertura il marchese Mario Incisa della Rocchetta, colui che dopo Federico Tesio ebbe la responsabilità dell’allevamento e della scuderia, con accanto la genealogia della cavalla.

di Paolo Allegri

Tadolina appartiene all’era dormelliana di Mario Incisa. Stiamo parlando del 1964. Quando i puledri della generazione 1962 entrarono in allenamento, Tadolina rimase in Italia da Vittorio Ugo Penco con altri 22 due anni, mentre sei furono inviati in Inghilterra al trainer Jack Clayton. Tadolina era figlia di Neckar, stallone capolista per 6 anni in Germania e padre fra gli altri di un altro dormelliano, Hogarth, vincitore del Derby Italiano 1968 e stallone di discreti meriti. Questa linea risale a Ticino, che può essere considerato uno dei prodotti più significativi ed interessanti dell’allevamento tedesco. In corsa è stato un soggetto di valore più che discreto, laureato del Derby di Amburgo e vincendo più volte il Gran Premio di Berlino e il Gran Premio di Baden. Una volta in razza, Ticino si è affermato risultando per nove anni il capolista degli stalloni in Germania. Niederlander, Orsini, Neckar e la femmina Bella Paola sono stati i migliori eredi di Ticino.

La madre di Tadolina è Trevisana (che per Franco Varola è la più forte femmina mai allevata da Tesio),  vincitrice del St.Leger 1948 e sconfitta nel Milano da Astolfina. A due anni Tadolina si confrontò con i maschi nel Criterium Nazionale e nel Gran Criterium, conquistando queste due classiche giovanili. A tre anni, prima di essere indirizzata alle prove per femmine, la figlia di Neckar sfidò il mantovano Bauto nelle nostre Duemila Ghinee, il Parioli. Perse in foto su un pesante gradito al rivale. La dormelliana tornò al proscenio nel Regina Elena per poi far rotta su Milano, storia delle Oaks d’Italia edizione 1965. Tadolina vinse di 10 lunghezze (distacco record eguagliato da Marmolada) e quella nella corsa che regala la corona femminile fu la top performance italiana della figlia di Trevisana. Dopo il trionfo milanese fu programmata una trasferta a Epsom, che fu poi annullata per un rialzo febbrile. Il tentativo internazionale fu rinviato all’autunno. Si decise per un ingaggio parigino. Arrivò il quarto posto nel Prix Vermeille. Poi l’Inghilterra, a fine stagione. La fama di Tadolina fu consolidata con il secondo posto nelle Champion Stakes. La tre anni del Marchese Mario Incisa fu autrice della sua miglior prestazione della carriera, competitiva al massimo livello e anche sfortunata, visto un grave danneggiamento ad opera del francese Trictrac, che le impedì di battere Silly Season. In razza Tadolina ebbe una carriera breve, producendo solo tre maschi, di cui uno superbo, quel Tierceron (Relko) che dopo  essere stato sconfitto da Gay Lussac nel Derby, s’impose a tempo di record dei 2400 di San Siro il Gran Premio d’Italia, confermandosi anche in autunno nel Jockey Club. La lettera T di Dormello risale all’importazione dell’inglese Try Try Again ed è  una linea che partendo dalla figlia Tofanella (Apelle) ha dato campioni come Tokamura, Tenerani, Tiziano, Tiepolo e Tavernieri. Tokamura nella stagione 1943 vinse il Regina Elena e il St.Leger. In razza si distinse come madre del laureato del Gran Premio d’Italia Toulouse Lautrec e di Tommaso Guidi, vincitore del St.Leger.  Con Tenerani questa linea dormelliana, avviata tra gli anni Venti e gli anni Trenta, approda alle stagioni di corse dal 1946 al 1949. Entrato in razza nel 1951, Tenerani darà in Ribot il suo capolavoro.

 

Ascot chiude. Forse corse senza pubblico.

Redazione

DICHIARAZIONE SU ASCOT RACECOURSE SU ROYAL ASCOT 2020

Per motivi di salute e sicurezza pubblica abbiamo raggiunto la difficile ma inevitabile conclusione che Royal Ascot 2020 (martedì 16 – sabato 20 giugno) non sarà in grado di svolgersi come evento aperto al pubblico. Questa sarà ovviamente una grande delusione per tutti coloro che intendono partecipare.

Il dipinto che celebra la vittoria di Nearco nel Gran Prix di Parigi del ‘39.

Potrebbe rivelarsi possibile organizzare le gare Royal Ascot a porte chiuse, in base alla politica del governo e della sanità pubblica e all’approvazione del BHA affinché possiamo ricominciare a correre. Ciò andrebbe a beneficio dell’industria, dei nostri stimati partner e fornitori e del nostro pubblico televisivo a casa e a livello internazionale. Pianificare questo è ora il nostro obiettivo completo e aggiorneremo sui progressi come e quando possiamo.

I clienti che hanno già pagato per l’ingresso e l’ospitalità presso Royal Ascot verranno rimborsati per intero nel solito modo il più rapidamente possibile e inizieremo il processo di comunicazione con loro, inizialmente via e-mail, immediatamente. Ringraziamo tutti in anticipo per la loro pazienza e comprensione nel portare a termine questo compito sostanziale date le difficili circostanze pratiche dell’attuale blocco nazionale.

La pandemia avrà un impatto finanziario significativo sulla nostra attività nel 2020, insieme a tanti altri. Tuttavia, l’ippodromo di Ascot attraverserà questa crisi e non vediamo l’ora di poter dare il bentornato ai racego quando sarà sicuro farlo.

Nel frattempo, i nostri pensieri sono con tutti quelli che soffrono e soffrono a causa di COVID-19. Offriamo sinceri ringraziamenti al nostro meraviglioso personale NHS, ai lavoratori chiave e ai volontari per tutta la loro dedizione altruistica.

Guy Henderson
Amministratore delegato
Ippodromo di Ascot
7 aprile 2020

Si prega di notare che si richiede ai clienti di non contattare l’ippodromo. Contatteremo tutti i booker sia per Royal Ascot che per il weekend di maggio con i dettagli della procedura di rimborso.

È il mondo del cavallo che salverà il mondo dal Coronavirus.

Redazione

Un antiparassitario per equini distrugge il CORONAVIRUS in 48 ore. Testato in Australia da una equipe di scienziati.

http://www.mondoturf.net/2020/04/coronavirus-studio-australiano.html

Le corse dalle origini in Usa nel segno di Man O’War, il Grande Rosso (video).

 

Nell’immagine di apertura Australian, e Le genealogie di Man O’War e di Australian

La storia del galoppo americano raccontata da Paolo Allegri, una storia infinita di campioni che ha arricchito il mondo del Turf internazionale. In un video in bianoco e nero, il più grande cavallo della storia degli Stati Uniti, Man O’War, il Grade Rosso.

di Paolo Allegri

Quando negli anni Sessanta dell’Ottocento, Australian, figlio del primo laureato della Triplice Corona inglese West Australian, viene esportato negli Stati Uniti, si avvia una nuova fase del galoppo americano. E’ quella dell’importazione di stalloni importanti dall’Europa, un momento storico dal quale origina la prosperità del galoppo a stelle e strisce. Eclipse, Herod e Matchem sono i tre capostipiti dai quali discendono anche i campioni di oggi. A metà dell’Ottocento, Eclipse con i suoi discendenti sembrava aver oscurato Herod e Matchem. Ma nei cultori, negli studiosi del purosangue saranno i trionfi di West Australian e la vendita negli Stati Uniti di quel suo erede, Australian, a rimettere tutto in discussione. Quel vincitore nel 1853 della Triplice Corona inglese e, a quattro anni, in stile importante della Gold Cup, infatti appartiene alla famiglia di Matchem attraverso suo padre dell’imponente Melbourne, uno dei più grandi stalloni che abbia posseduto l’Inghilterra. Australian, continuatore di quella pregiata linea del galoppo mondiale, approda nel più celebrato allevamento degli Stati Uniti, la Woodburn Farm, nel Kentucky, dove per ventuno anni, a partire dal 1857 funziona anche uno dei più grandi campioni americani, Lexington (famiglia di Herod). In razza Australian si fa subito notare come padre di Spendthritf, laureato delle Belmont Stakes. Elegante, ricordando in questo l’avo inglese West Australian, in corsa Spendthrift impone la sua qualità, vincendo nove delle sedici corse disputate. In razza è ancora più valido dando origine a grandi vincitori come Kingston (dollari 139.562, di somme vinte, un record per l’epoca) e soprattutto Hastings, un altro laureato delle Belmont che generando Fair Play dà il via a una linea, quella di Man O’War, destinata a imporsi come solida e vincente negli Stati Uniti. Fair Play, un sauro piacente, alto di posteriore, dal dorso lungo e un po’ insellato, trasmette ai suoi figli un temperamento ideale (ottimi in box, grintosi in corsa) e sanità assoluta. Fair Play, capolista degli stalloni nel 1920, 1924 e 1927 in Usa, produce il suo capolavoro in Man O’War, atleta potente dal mantello rosso. E’ il 1919 quando ‘The Big Red” scende in pista a due anni. Dieci uscite e nove vittorie con uno stile impressionante. Quando è battuto, ha lasciato molte chances perdendo la partenza, ma rimontando con un inseguimento straordinario che gli vale il secondo posto. Undici corse a tre anni e undici spettacolari successi. Per molti cultori resta ancora il più grande cavallo che abbia mai corso in America, il purosangue che accese la fantasia di una Nazione intera. Nel 1921 il suo proprietario, Sam Riddle, ricevette un’offerta di un milione di dollari. Ma rifiutò con una motivazione: “Molti uomini possono possedere un milione di dollari, ma solo un uomo può possedere Man O’War”. In razza fu formidabile padre di fattrici. Il grande Rosso fu la colonna della Faraway Farm, al centro della quale gli è stato eretto un monumento di bronzo. Man O’ War visse trent’anni e andavano a trovarlo scolaresche, appassionati, turisti come si va a visitare un monumento o un museo.  Le sue figlie generarono ben 124 vincitori di stakes. Tra i suoi figli il migliore fu War Admiral, cavallo piccolo, ricco di espressione e di coraggio. Vinse ventuno delle ventisei corse disputate, centrando la Triplice Corona americana. In razza War Admiral fu avo materno di Never Say Die, che un giovanissimo Lester Piggott portò al successo nel Derby di Epsom del 1954. Never Say Die non era facile da allenare così preso venne inviato in razza. Il suo pedigree era esemplare, da un lato attraverso il padre Nasrullah c’era il sigillo di Nearco e dunque la famiglia di Eclipse; dall’altro la madre Singing Grass, portatrice del sangue di Matchem  attraverso War Admiral, Man O’War, Fair Play, alcuni dei protagonisti di questa puntata delle storie del purosangue che abbiamo dedicato al galoppo americano. Nomi leggendari che con le loro imprese hanno regalato emozioni, quello che l’ippica, come tutto il grande sport, in ogni epoca origina, aggiungendo vita allo scorrere del tempo.

 

 

 

 

 

 

 

قصة أصيلة إنجليزية: Hampton ، الفحل السلف. La storia di Hampton, un capostipite della razza purosangue inglese.

di Paolo Allegri

قلنا منذ فترة طويلة أننا كنا نرغب في نشر خدماتنا باللغة العربية ، وهي لغة الخيول ، ونعتذر عن الترجمة التي ستكون ناقصة بالتأكيد
.Avevamo detto tempo fa che ci sarebbe piaciuto pubblicare i nostri servizi in arabo, quella che è la lingua dei cavalli.

كان هامبتون رجلاً خليجيًا ولد في عام 1872. كانت والدته ليدي لانغدين قد ركضت دون فوز ، وفي السباق كانت ستكشف عن نفسها من خلال توليد دربي وينر الإنجليزي لموسم 1879 ، السير بيفيز. كانت موجهة إلى اللورد كليفدين ، أحد أفضل أبناء نيومينستر الذين خرجوا على المسار مع المركز الثاني في Epsom Derby وبنجاح مذهل في Doncaster’s St. Leger ، مما أدى إلى مطاردة لا تنسى. على الرغم من هذه الصورة النسبية الممتازة ، لم يكن لدى هامبتون نموذجًا آسرًا ولم تكن الأذواق الأولى في مسيرته المهنية مثيرة: لقد بدأ من السباق إلى البيع وفي أربع سنوات تم توجيهه إلى السباق في العقبات ، وتحقيق المواضع فقط. ولكن من هذه المحاكمات المطاردة بدأ تسلقه الذي سيقوده ليصبح نزيلًا استثنائيًا. في العمل ، أظهر تقدمًا مدهشًا ، حتى أنه كان جاهزًا سراً لكأس Goodwood. في مرحلة سابقة للمراهنين ، على دراية بوظائفه الصباحية المقنعة بشكل متزايد ، راهنوا عليه بـ 40 مقابل واحد ووضعوا رطلًا أيضًا عند 33/1. في الاقتراب من الكلاسيكية ، كان ابن اللورد الراحل قد جمع أنهارًا من المال ، لدرجة أنه أغلق من المفضلة إلى ستة ضد واحد. فاز هامبتون بثلاثة أرباع الطول ضد الأدميرال بينج البالغ من العمر ثلاث سنوات. على الرغم من كل شيء ، لم يكشف ابن شقيق نيومينستر عن نفسه بالكامل – فشلت المحاولات في كأس دونكاستر و Cesarewitch – وفقط في خمس وست سنوات ، اقترح نفسه بطريقة مهمة كمقيم. في عام 1877 فاز بثمانية سباقات من بين عشرة سباقات ، وكلها تحمل وزنًا كبيرًا وتكرر النجاح في كأس Goodwood Cup ، وفي عام 1878 وجد خصمًا قيمًا في Verneuil. ساد هامبتون في كأس إبسوم الذهبي ، وحصل المنافس على أفضل أسكوت على ميلين من الكأس الذهبية. كان أحد أجمل العروض لابن اللورد كليفدين عندما أنهى المركز الرابع في كامبردجشاير: حمل وزنًا أعلى يبلغ 57 كيلوغرامًا ودافع عن نفسه بفخر كبير في مجال يضم سبعة وثلاثين منافسًا وعلى مسافة بعيدة عن اللقطات المثالية. بعد نهاية مسيرته في السباق ، تم شراؤها هذا الراحل الكبير الراحل مقابل سبعة آلاف وخمسمائة جينيس من قبل اللورد إليسمير. في مسيرته في الفحل ، ولّد ثلاثة فائزين في دربي وهذا باي رونالد وهو والد باياردو ، مؤلف في مسيرته لجناحين رائعين وسبعة انتصارات متتالية في عامين وستة عشر مطالبة على التوالي في ثلاثة بعد أن عانى من فقدان الشكل لا تضع في ال Guineas و Derby. في السباق اختفى في الحادية عشرة من عمره فقط ولكن كان لديه الوقت لوضع ختم الفصل على أنه مبتكر من فائزين اثنين من التاج الثلاثي وكأس الذهب ، مثلي الصليبي وجينزبورو. من ولد الصليبي غاي غامب ، والدة تيسيان إل غريكو ، الفائز في الختام وسانت ليجر ورفيق دوناتيلو الثاني. من غينزبورو ، يبدأ فرع غير عادي من مسمار ، من خلال متابعيها: ديربي وينر هايبريون ، ثم فحل أساسي ، أب كبير من الأفراس مثل سولاريو وسنغافورة ، الذين قدموا لنا في بستولفي ، خريج لمدة عامين من المعايير Labronical ، أفضل الحصان خمر 1938 على 1500 متر. نجل سنغافورة ، مرتديا ألوان Dormello Olgiata ، فاز بسهولة في باريس ، ضد أفضل المتخصصين من خارج جبال الألب ، في Prix d’Ispahan في يوم انتصار نيركو في Prix de Paris. ابنة باياردو ، مدرسة أثينا ، هي أم سانزيو الإيطالية (1928) ، التي أثبتت نفسها في سباق جراند ميلان وفي الدولية الكبرى لأوستند. هكذا. أكثر من إشارة مثيرة للاهتمام لإيطاليا في قصة العدو البريطاني العظيم في القرن التاسع عشر.

Hampton era un maschio baio nato nel 1872. La madre Lady Langden aveva corso senza vincere e in razza si sarebbe rivelata generando il derbywinner inglese della stagione 1879, Sir Bevys. Fu destinata a Lord Clifden, uno dei migliori figli di Newminster che in pista si era messo in luce con il secondo posto nel Derby di Epsom e con una stupenda affermazione nel St. Leger di Doncaster, a capo di un inseguimento memorabile. Nonostante questo eccellente quadro genealogico, Hampton non aveva un modello accattivante e i primi assaggi della carriera non furono esaltanti: cominciò dalle corse a vendere e a quattro anni fu indirizzato alle corse in ostacoli, conseguendo soltanto dei piazzamenti. Ma fu da queste prove da chaser che iniziò la sua scalata che l’avrebbe portato a diventare un eccezionale stayer. In lavoro aveva mostrato progressi sorprendenti, così che in segreto venne preparato per la Goodwood Cup. In antepost degli scommettitori, al corrente dei suoi lavori mattutini sempre più convincenti, lo avevano puntato a 40 contro uno e messo delle sterline anche a 33/1. Nell’avvicinarsi alla classica quel tardivo figlio di Lord Clifden aveva raccolto fiumi di denaro, tanto che chiuse da favorito a sei contro uno. Hampton vinse di tre quarti di lunghezza nei confronti del tre anni Admiral Byng. Nonostante tutto,  il nipote di Newminster non si era ancora rivelato completamente – a vuoto i tentativi nella Coppa di Doncaster e nel Cesarewitch – e soltanto a cinque e sei anni si propose in maniera importante come stayer di livello. Nel 1877 vinse otto delle dieci corse disputate, tutte portando pesi notevoli e bissando il successo nella Goodwood Cup. Nel 1878 trovò un antagonista di valore in Verneuil. Hampton prevalse nella Epsom Gold Cup, il rivale ebbe la meglio ad Ascot sulle due miglia della Coppa d’Oro. Una delle più belle prestazioni del figlio di Lord Clifden fu quando terminò quarto nel Camdridgeshire: portava il top weight di 57 chili e si difese con grande orgoglio in un campo di trentasette concorrenti e su una distanza lontana dal suo metraggio ottimale. Chiusa la carriera agonistica, questo tardivo grande stayer fu acquistato per settemilacinquecento ghinee da Lord Ellesmere. Nella sua carriera da stallone generò tre vincitori di Derby  e quel Bay Ronald che è il padre di Bayardo, autore nella sua carriera di due suite strepitose, sette vittorie consecutive a due anni e sedici affermazioni di fila a tre dopo aver accusato un calo di forma non piazzandosi nelle Ghinee e nel Derby. In razza scomparve ad appena undici anni ma facendo in tempo a mettere il sigillo della classe come sire di due vincitori della Triplice Corona e della Gold Cup, Gay Crusader e Gainsborough. Da Gay Crusader nasce Gay Gamp, la madre del tesiano El Greco, vincitore di Chiusura e St. Leger e compagno di Donatello II. Da Gainsborough parte un ramo straordinario dello stud, attraverso i suoi continuatori: il derbywinner Hyperion, poi stallone fondamentale, un grande padre di fattrici come Solario e Singapore, che da noi ha dato in Bistolfi, laureato a due anni del Criterium Labronico, il miglior cavallo dell’annata 1938 sui 1500 metri. Il figlio di Singapore, vestito dei colori della Dormello Olgiata, vinse facilmente a Parigi, contro i migliori specialisti d’oltralpe, nel Prix d’Ispahan il giorno del trionfo di Nearco nel Prix de Paris. Una figlia di Bayardo, Scuola d’Atene, è la madre dell’italiano Sanzio (1928), affermatosi nel Gran Premio di Milano e nel Grande Internazionale di Ostenda. Dunque. più di un interessante richiamo all’Italia in una storia del grande galoppo britannico dell’Ottocento.

Pretty Polly: una leggenda infinita. Di Paolo Allegri (foto)

di Paolo Allegri

La storia del turf è ricca di grandi femmine, da Andreina a Sceptre, da Kincsem a Allez France. Eroine belle e leggere in un galoppo che scava solchi, costruisce trionfi e leggende. Come quella dell’ungherese Kincsem, 54 corse senza perdere mai. Nessuna però ha una storia suggestiva come quella di Pretty Polly, la saura della vecchia Inghilterra.

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Nelle foto. A sx Pretty Polly in tarining. A dx la cavalla nel dipinto di George Paice

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Una metamorfosi straordinaria la sua, da brutto anatroccolo a candido cigno dal portamento regale. Arriva in Inghilterra dopo essere cresciuta in Irlanda. La genealogia non è da urlo, qualcosa in pista il padre Gellinule aveva fatto vedere ma la madre era stata una cavalla da ostacoli e neppure di prima. Pretty Polly si mostra al suo nuovo allenatore Peter Gilpin come una cavalla dal carattere pigro, scontrosa e intrattabile. Solo una stella in fronte ne rende meno sgradevole l’aspetto. Nei lavori di preparazione sonnecchia, resta apatica in fondo al gruppo quando i compagni di scuderia galoppano allegri su e giù dalla collina di Warren Hill. Un giorno le mettono nel box accanto al suo un pony di nome Joey. Di notte la puledra svogliata e quel piccolo cavallino si trasmettono nitriti che significano affetto e tenerezza, voglia di non separarsi mai.

Una mattina Gilpin decide di far lavorare Pretty Polly con Delaunay, la grande speranza della scuderia per le classiche. La saura dalla stella in fronte, che ha trovato il suo amico del cuore in quel pony, appare trasformata. Pretty Polly vola, è un’autentica furia, ha vinto la sua pigrizia. Si è spogliata del torpore che la teneva prigioniera. Il mantello si è fatto lucido, adesso brilla di riflessi oro. È il momento di debuttare in una corsa vera. L’inseparabile Joey l’accompagna alla partenza e all’aprirsi delle gabbie nell’ex brutto anatroccolo scatta una scintilla. È il là ad un galoppo esplosivo. Il profilo di Pretty Polly corre veloce sulla pista e non si ferma mai. Vengono i trionfi giovanili nelle Middle Park, dove St. Amant futuro dominatore del Derby di Epsom si deve arrendere, e nelle Cheveley Park. Fuoriclasse immensa, Pretty Polly sigla un grande slam leggendario: sono sue a tre anni in una suite imperiale le Mille Ghinee, le Oaks e il St. Leger, la Triplice Corona delle Femmine.

Dopo ogni trionfo la saura volante indugia quasi a reclamare l’ovazione della folla. Si guarda intorno a cercare quel pony che l’accompagna ad ogni partenza. E con il quale scambia nitriti, messaggi teneri che allontanano la paura del temporale quando la notte rovescia acqua sui prati d’Inghilterra. I cavalli hanno sentimenti meravigliosi. Forse restano sempre un po’ bambini. E scrivono favole. Come quella di Pretty Polly e del suo amico pony, ancora viva, indelebile nella memoria dopo un secolo.

La famiglia di Pretty Polly attraverso Molly Desmond è presente nella linea femminille di uno dei più grandi galoppatori della storia, il fascinoso Brigadier Gerard, allenato da Dick Hern e montato sempre da Joe Mercer. Vinse le Duemila Ghinee del 1971 sconfiggendo Mill Reef, il futuro derbywinner di Epsom e laureato dell’Arc. In autunno allungò sul miglio e un quarto delle Champion Stakes di Newmarket, successo che bissò nella stagione 1972. Quella fu l’ annata della sua consacrazione del “Brigadiere” con il sigillo sul tracciato di Sandown Park sui 2000 metri delle Eclipse Stakes ribadito dal vertice assoluto delle King George VI and Queen Elizabeth Stakes sul miglio e mezzo di Ascot, La grande qualità di Brigadier, un grande e scultoreo baio, gli veniva da Phalaris e da Prince Chevalier. Il secondo, attivo a metà degli anni Quaranta, faceva parte di quella dinastia dei Principi ben rappresentata dal padre Prince Rose, sire anche di Princequillo, da cui Round Table e di quel Prince Bio dal quale discendono Sicambre, Northern Light e il nostro Sedan, portacolori della Razza Ticino che vinse il Derby alle Capannelle nel 1958 battendo Tiepolo e Peveron. Quel Nastro Azzurro che auguriamoci di veder disputare appena l’emergenza epidemiologica cesserà e il profumo dell’erba, i cavalli al tondino, le casacche colorate dei fantini, accompagneranno di nuovo le nostre domeniche. Sognando ancora felicità.

Pretty Polly e il Kentucky Derby

Il Wood Memorial Stakes del 2019, è stato vinto dal figlio di Curlin, Irish War Cry di 3 ½ lunghezze da Battalion Runner. Come si comporta nel Derby del Kentucky dovremo ancora aspettare tre settimane, ma se vince, sarà davvero una vittoria notevole.Per la prima volta nella storia, un cavallo della leggendaria famiglia Pretty Polly avrebbe preso Run for the Roses.

 

 

La lunga storia delle corse nel tempio degli ostacoli: Cheltenham: salus per acquam

Nella foto il tracciato dell’ippodromo

Redazione

Anche quest’anno il Festival di Cheltenham presentato da Magners, una società che produce Sidro nella Contea Tipperary, in Irlanda, si è svolto regolarmente, con la presenza, nei quattro giorni, di oltre 250.000 spettatori paganti, in lieve calo, per i noti motivi, rispetto allo scorso anno: per la precisione il giorno della Magners Coppa d’Oro gli spettatori sono stati 68.859 (71.953) e in totale 251.468 (- 14.873).

Da quando nel 1716 sono state scoperte le sorgenti di acque minerali (da qui il nome di Cheltenham Spa, salus per aquam), di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia.
Le corse dei cavalli sono iniziate nel lontano 1815, ma il Festival degli ostacoli nel 1902.
Pensate che il primo aereo turbogetto a volare nel Regno Unito, il Gloster E 38/39, è stato costruito a Cheltenham, che si trova nel Gloucestershire.
Questa bellissima cittadina è nota anche per le sue architetture Regency.
Il Regency è uno stile architettonico che si riferisce principalmente alle costruzioni Inglesi del periodo dei primissimi anni del XIX secolo quando il Principe Giorgio del Galles venne nominato Principe reggente per conto del padre Re Giorgio III.
Lo stile corrisponde al Biedermeier dei paesi Germanofoni, al Federal degli Stati Uniti ed allo stile Impero Francese.
Lo stile segue perfettamente l’architettura neoclassica Georgiana, aggiungendo un tocco di eleganza e luminosità alle strutture.
Tratto distintivo dello stile Regency si trova nella facciata ove la porta, solitamente di colore nero, è affiancata da due colonne che talvolta sostengono un balconcino.
Le balconate sono spesso in ferro battuto e le finestre ad arco sono parte integrante dello stile 

https://sportnews.snai.it/ippica/cheltenham-spa-salus-aquam-le-corse-dei-cavalli-20032020-4393