Tadolina, una grande del Turf italiano e internazionale nel racconto di Paolo Allegri.

Schermata 2020-04-11 alle 18.37.48.png

Tadolina appartiene all’era dormelliana di Mario Incisa. Stiamo parlando del 1964. Quando i puledri della generazione 1962 entrarono in allenamento, Tadolina rimase in Italia da Vittorio Ugo Penco con altri 22 due anni, mentre sei furono inviati in Inghilterra al trainer Jack Clayton.

Nell’immagine di apertura il marchese Mario Incisa della Rocchetta, colui che dopo Federico Tesio ebbe la responsabilità dell’allevamento e della scuderia, con accanto la genealogia della cavalla.

di Paolo Allegri

Tadolina appartiene all’era dormelliana di Mario Incisa. Stiamo parlando del 1964. Quando i puledri della generazione 1962 entrarono in allenamento, Tadolina rimase in Italia da Vittorio Ugo Penco con altri 22 due anni, mentre sei furono inviati in Inghilterra al trainer Jack Clayton. Tadolina era figlia di Neckar, stallone capolista per 6 anni in Germania e padre fra gli altri di un altro dormelliano, Hogarth, vincitore del Derby Italiano 1968 e stallone di discreti meriti. Questa linea risale a Ticino, che può essere considerato uno dei prodotti più significativi ed interessanti dell’allevamento tedesco. In corsa è stato un soggetto di valore più che discreto, laureato del Derby di Amburgo e vincendo più volte il Gran Premio di Berlino e il Gran Premio di Baden. Una volta in razza, Ticino si è affermato risultando per nove anni il capolista degli stalloni in Germania. Niederlander, Orsini, Neckar e la femmina Bella Paola sono stati i migliori eredi di Ticino.

La madre di Tadolina è Trevisana (che per Franco Varola è la più forte femmina mai allevata da Tesio),  vincitrice del St.Leger 1948 e sconfitta nel Milano da Astolfina. A due anni Tadolina si confrontò con i maschi nel Criterium Nazionale e nel Gran Criterium, conquistando queste due classiche giovanili. A tre anni, prima di essere indirizzata alle prove per femmine, la figlia di Neckar sfidò il mantovano Bauto nelle nostre Duemila Ghinee, il Parioli. Perse in foto su un pesante gradito al rivale. La dormelliana tornò al proscenio nel Regina Elena per poi far rotta su Milano, storia delle Oaks d’Italia edizione 1965. Tadolina vinse di 10 lunghezze (distacco record eguagliato da Marmolada) e quella nella corsa che regala la corona femminile fu la top performance italiana della figlia di Trevisana. Dopo il trionfo milanese fu programmata una trasferta a Epsom, che fu poi annullata per un rialzo febbrile. Il tentativo internazionale fu rinviato all’autunno. Si decise per un ingaggio parigino. Arrivò il quarto posto nel Prix Vermeille. Poi l’Inghilterra, a fine stagione. La fama di Tadolina fu consolidata con il secondo posto nelle Champion Stakes. La tre anni del Marchese Mario Incisa fu autrice della sua miglior prestazione della carriera, competitiva al massimo livello e anche sfortunata, visto un grave danneggiamento ad opera del francese Trictrac, che le impedì di battere Silly Season. In razza Tadolina ebbe una carriera breve, producendo solo tre maschi, di cui uno superbo, quel Tierceron (Relko) che dopo  essere stato sconfitto da Gay Lussac nel Derby, s’impose a tempo di record dei 2400 di San Siro il Gran Premio d’Italia, confermandosi anche in autunno nel Jockey Club. La lettera T di Dormello risale all’importazione dell’inglese Try Try Again ed è  una linea che partendo dalla figlia Tofanella (Apelle) ha dato campioni come Tokamura, Tenerani, Tiziano, Tiepolo e Tavernieri. Tokamura nella stagione 1943 vinse il Regina Elena e il St.Leger. In razza si distinse come madre del laureato del Gran Premio d’Italia Toulouse Lautrec e di Tommaso Guidi, vincitore del St.Leger.  Con Tenerani questa linea dormelliana, avviata tra gli anni Venti e gli anni Trenta, approda alle stagioni di corse dal 1946 al 1949. Entrato in razza nel 1951, Tenerani darà in Ribot il suo capolavoro.

 

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.